L’intelligenza artificiale è entrata in modo dirompente nel mondo dello sviluppo software. Strumenti di AI generativa come GitHub Copilot, ChatGPT e altri assistenti intelligenti promettono di velocizzare la scrittura del codice, suggerire soluzioni e persino creare intere applicazioni. Ma cosa succede quando ci si affida all’AI senza avere le competenze necessarie? E quanto è davvero affidabile il codice generato?
Lo sviluppo software sta vivendo una vera e propria rivoluzione, ma tra hype e realtà è importante fare chiarezza.
AI nello sviluppo: un assistente, non un sostituto
L’intelligenza artificiale può offrire un supporto concreto allo sviluppatore, soprattutto nelle attività ripetitive o nella generazione di boilerplate code. Tuttavia, pensare che l’AI possa sostituire completamente un programmatore esperto è una visione pericolosa e lontana dalla realtà.
Le AI generative sono ottime a proporre soluzioni, ma non hanno la comprensione profonda del contesto, delle logiche di business o della struttura complessiva di un progetto. Il loro ruolo ideale è quello di assistente intelligente, utile per aumentare la produttività, non per delegare completamente il lavoro.
I dati parlano chiaro: il codice generato non è sempre affidabile
Secondo dati ufficiali raccolti da GitHub, il 52% delle risposte di codice fornite dalle AI è errata. Peggio ancora, il 39% degli sviluppatori non si accorge dell’errore e pubblica codice buggato.
Questo è un segnale d’allarme importante: se utilizzata da chi non ha esperienza, l’AI può portare a gravi problemi di sicurezza, performance o funzionalità errate.
I motivi?
- Le AI non testano il codice che generano.
- I suggerimenti non tengono sempre conto della versione delle librerie o delle best practice attuali.
- Le soluzioni sono spesso “plausibili” ma non necessariamente corrette o ottimali.
- Le AI non sono in grado di analizzare interamente un progetto, non riuscendo quindi a calcolare gli impatti che una singola modifica può avere nell’intero software.
In un contesto professionale, un bug anche piccolo può trasformarsi in un costo enorme in termini di tempo, reputazione o vulnerabilità.
Il rischio: finta efficienza, veri problemi
Per chi ha già una buona esperienza nello sviluppo, l’AI può essere uno strumento utile per accelerare alcune attività, fare brainstorming tecnico o risolvere problemi comuni. Ma per chi non conosce a fondo il codice, l'illusione di efficienza può portare a errori invisibili e disastri annunciati.
L’AI può far sembrare semplice ciò che non lo è. Genera codice funzionante a prima vista, ma che sotto la superficie può essere inefficiente, non sicuro o inadatto a una soluzione professionale.
È come guidare una macchina da corsa senza sapere cosa fa il volante: si può andare avanti, ma prima o poi si finisce fuori strada.
Un uso consapevole: dove l’AI può fare davvero la differenza
Detto questo, è giusto riconoscere che l’AI ha un potenziale enorme, se usata nel modo corretto:
- Può aiutare a scrivere test unitari più velocemente.
- Può velocizzare la documentazione e la generazione di snippet di codice.
- Può suggerire approcci alternativi che uno sviluppatore esperto può valutare criticamente.
- Può essere utile per il debugging, a patto che si sappia interpretare correttamente le soluzioni proposte.
Insomma, l’AI non sostituisce il cervello umano, ma lo affianca. L’intelligenza resta nel team che sa come utilizzarla.